Accoglienza: pressante priorità.
La risposta dei Salesiani ad una società in trasformazione

1960 – ad oggi

La ripresa delle associazioni e delle attività

Al termine degli anni ’50 l’oratorio San Paolo era strutturalmente al completo: chiesa, cortile, scuola, sale e teatro. I partecipanti ai gruppi attivi presso l’oratorio erano suddivisi in tre categorie.

I più giovani erano i Lugini. Era un’aggregazione, aperta a tutti, e comprendeva i bambini fino ai 1 O anni. Alla loro guida via era don Santino Bosio. I bam­bini potevano accedere ad aule e cortile, dove giocare a vari gio­chi: dal calciobalilla alle boccette, sino all’immancabile pallone.

Venivano poi gli Aspiranti, la cui cifra anagrafica era quella dei frequentanti le scuole medie. Le attività ludiche erano simili a quelle dei Luigini, ma in ambien­ti diversi. Spiccavano, rispetto al gruppo precedente, coloro che partecipavano ai tornei di fede­razione delle diverse discipline: calcio, pallacanestro e pallavolo. Il coordinamento era affidato a don Francesco Pomero.

Infine, i ragazzi di età su­periore a quella degli Aspiranti, venivano denominati Effetti­vi. Anche per questo gruppo si ripropone l’attività ricreativa, come per le formazioni prece­denti, localizzata al primo piano dell’edificio, con ulteriori pro­poste rispetto alle aggregazioni più giovani: cineforum, riunioni a carattere formativo, imposta­zioni per gruppi sciistici, attività per appassionati di montagna. Il ritrovo della domenica pomeriggio vedeva il suo compimento nel ci­nematografo: per l’ingresso al cinema si pagava solamente 10 lire.

Proseguivano, si rafforzavano e si aggiungevano varie iniziative: Unio­ne Padri di Famiglia, Ex Allievi, Scout, Gruppo Catechisti, San Vincenzo, Caritas, Gruppo Famiglie, FAC, che diventerà il Centro Ascolto, Amici degli Ammalati, Ministri Straordinari della Comunione, Servizi Liturgici, Operazione Mato Grosso (O.M.G.), Laboratorio Mamma Margherita­, Gruppo Missionario, Cooperatori/Cooperatrici, Didaskaleion, Educatori e Volontari delle Comunità, e i Gruppi Neocatecumenali. Tanti volontari continuavano a prestarsi per lavori umili ma importantissimi (servizio por­tineria, manutenzione…).

1960 – ad oggi

Trasformazione della società e del mondo

Quella che stiamo presentando è la seconda parte di un secolo impe­gnativo, drammatico e ricco di possibilità quanto di insidie per tutta l’u­manità. In questi anni, malgrado e a causa del terribile ultimo conflitto, si presenteranno cambiamenti di scenario e sollecitazioni sempre più veloci e pressanti. Sarà quindi un periodo denso di sconvolgimenti e di emergenze, durante il quale alla Guerra Fredda e alla possibile estinzione, a causa della minaccia bellica nucleare, conviverà il cosiddetto boom economico, a cui faranno seguito i movimenti di liberazione conosciuti come il ’68, mentre si amplifica il divario tra nord e sud del pianeta.

Anche la crisi energetica ci farà capire le ripercussioni di certe politiche estere e coloniali. Saranno i tempi del dibattito nazionale sul divorzio, del terrorismo e delle varie crisi economiche. Si dovrà affrontare il problema dell’aborto, imperverserà l’edonismo degli anni ’80, unito al disimpegno politico, alla chiusura e alla ricerca esclusiva del proprio benessere. Sarà la paura dell’AIDS a raccontarci che droga e sesso non possono essere facili vie d’uscita, tanto meno la corruzione e l’impegno civile asservito al denaro.

Il sud del mondo, continuamente soggetto a violenze e soprusi, esplode in tutta la sua gravità nell’irrisolta questione migratoria, che molto elegan­temente significa non decidersi ad accogliere il prossimo, che geme alla nostra porta, un prossimo che ha sempre meno da perdere e sente sempre più la rabbia salire.

A gemere non è solo il prossimo, è la Terra stessa, la nostra unica casa, al momento disponibile. È vessata da piaghe sino a ora mai provate: aumento della temperatura a causa dell’inquinamento, cibi sempre meno disponibili e sempre più adulterati, aumento della povertà a tutte le latitudini, escala­tion della violenza, dal bullismo minorile al femminicidio, delle politiche del terrore, popoli schiavizzati e deportazioni di massa.

1960 – ad oggi

La risposta dei Salesiani

Tutto questo cambiamento, questa velocità, quasi come nuova mali­gna arma si abbatte su ogni dove, via Luserna compresa. Allora il tema dell’accoglienza, da sempre componente del metodo di don Bosco, diviene, se possibile ancora più pressante priorità, affrontata con disar­mante semplicità e buon senso salesiano, che da sempre confi­dano nella Provvidenza, risposta dello Spirito nell’immanenza temporale.

È di questi anni, tra le varie sciagure, che minano le possi­bilità di acquisire e mantenere una serenità esistenziale sta­bile per persone e famiglie, la riduzione del tempo pieno presso le scuole, riaprendo il problema dell’assistenza dei ragazzi negli orari post scolastici. li San Paolo, oltre alle varie attività fino a ora descritte, potenzia il servizio del doposcuola: attività di accompagnamento scolastico rivolto ai ragazzi dalla prima elementare al secondo anno del biennio superiore, finalizzato all’apprendimento di un metodo di studio oltre che a essere un aiuto nello studio individuale. Tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì vi è la possibilità di svolgere i compiti e di studiare alla presenza di educatori e di volontari.

Tale percorso è personalizzato in funzio­ne delle esigenze dei fruitori del servizio.

Lo sport, un tempo al San Paolo ful­cro educativo e richiamo d’attenzione, soprattutto per il calcio, di grandi club nazionali (Juventus e Torino), non è stato certo abbandonato, ma adeguato ai tem­pi e al nuovo quadro normativo nazionale.

A gestire le attività sportive è la ASD San Paolo (Associazione Sportiva Dilettantisti­ca). L’evoluzione è in continuo fermento: si formano al meglio gli allenatori, si sollecita il dialogo con le famiglie, affinché la scuola di sport diventi anche scuola di vita e per­corso di emancipazione, offrendo ai ragazzi l’opportunità di partecipare alle varie propo­ste formative oratoriane.

L’oratorio è, da sempre, casa per i giova­ni, per raccogliergli quando la nostra quotidianità può offrire momenti di abbandono e solitudine, con tutto ciò che di male ne comporta, soprat­tutto durante le vacanze estive, che don Bosco definiva vendemmia del diavolo. In questi anni ospita, infatti, l’Estate Ragazzi. Sono veri e propri centri di vacanza a carattere diurno, dove la permanenza più prolungata dei ragazzi all’oratorio e la maggior disponibilità dei volontari consentono di intervenire in maniera più incisiva e instaurare relazioni personali più durature e più profonde. È, inoltre, un’occasione per incontrare le famiglie con momenti di festa, attività e riunioni e per formare giovani animatori alla «vita come vocazione e come servizio».

Sempre sulla linea della socializzazione, dell’integrazione, dell’aggre­gazione, del sostegno alla famiglia, è stato pensato il Centro Aggregativo Minori, che descriveremo tra breve.