L’oratorio come riferimento per la ricostruzione la crescita.
Fiorire di attività sociali e caritative.

1945 – 1960

L’offerta formativa

Il periodo post bellico è, forse, ancora più problema­tico per la nazione, impove­rita, oltre che dalla guerra, anche dalla dismissione di tutte le attività economi­che originate e trainate dal conflitto stesso. L’Opera Salesiana diventa riferimen­to di rinascita per il Borgo: direttore di quegli anni era il dinamico don Angelo Zan­nantoni (1943-49).

L’ 11 ottobre 1945 ebbe inizio l’anno scolastico della quinta elementare e il 15 ottobre, dello stesso anno, iniziò l’attività della scuola media. Il 5 novembre l’offerta formativa entra ancor più nel vivo delle necessità del Borgo, promuovendo l’apertura delle classi serali, a cui aderirono subito ben 100 allievi, che frequentavano, dopo le loro occupazioni abituali pro­fessionali, dalle 20.30 alle 22.30 di tutti i giorni. Nel 1947 il ministro Guido Gonella concesse, con decreto della Pubblica Istruzione, il legale riconosci­mento alla Scuola Media in sostituzione della corrispondente sezione stac­cata dall’Istituto Richelmy. La consistenza della popolazione studentesca era così ripartita: una classe di quarta elementare, una di quinta, tre sezioni di prima media, due sezioni di seconda media, una classe di terza media.

Nello stesso anno, il 5 novembre, ha inizio il ciclo di scuola tecnica professionale, a cui aderiscono 70 studenti, per una popolazione scolastica totale pari a 350 alunni.

La scuola, inizialmente, occupava gli ambienti già utilizzati per le attività oratoriane e non danneggiati dalla guerra. Tale sistemazione non pote­va essere considerata sufficiente né ottimale. Il 31 maggio 1959 il Rettor Maggiore, don Renato Ziggiotti, inaugurò finalmente il nuovo plesso sco­lastico, presente il sindaco Peyron. La presentazione al pubblico del nuovo edificio, disegnato secondo criteri moderni, dall’architettura funzionale ed elegante, si svolse in modo solenne, a testimonianza dell’ancor accresciuto ruo­lo nel Borgo dell’Oratorio. La programmazione della giornata prevedeva: la ce­lebrazione officiata dal Ret­tor Maggiore dei Salesiani (con affluenza eccezionale di giovani), la processione in onore di Maria Ausiliatri­ce (che non ha avuto luo­go a causa del maltempo), l’intrattenimento teatrale, il banco di beneficenza e lo spettacolo pirotecnico. L’estratto di un quotidiano cittadino racconta così l’e­vento:

Nel quarantennio di fondazione dell’oratorio salesiano in Borgo San Paolo, i figli di don Bosco hanno inaugurato ieri mattina una nuova meravigliosa opera, che testimonia il cre­scente e fecondo sviluppo di questa famiglia religiosa. I Sale­siani in Borgo San Paolo costituiscono un efficiente fulcro di attività spirituale. Sono ormai diventati un elemento insosti­tuibile nella vita del rione, come sotto altro aspetto lo sono i grossi stabilimenti qui sorti e affermati e con la loro tipica mo­dernità hanno saputo inserirsi efficacemente nella popolazio­ne borghigiana, composta in prevalenza di famiglie operaie … … La scuola entrerà in funzione con il prossimo anno scolasti­co. Le domande di iscrizione sono già al completo. Il direttore ci diceva ieri mattina che parecchi degli allievi sono figli di comunisti e che costoro sono fieri di mandare i loro ragazzi a scuola dai Salesiani…

Dopo la scuola media fu aperto, nel 1973, anche l’Istituto Tecnico Com­mercìale, che rimase attivo sino al 1978.

Il potere di attrazione dell’oratorio, ora polo educativo e culturale, ol­tre che presenza religiosa e di aggregazione, era tale che oltrepassava i confini del Borgo, tanto che nel 1956 fu organizzata la Pasqua scolastica su richiesta dell’Istituto Professionale di Stato G. Plana: per le confessioni furono presenti addirittura una ventina di sacerdoti. Se andiamo indietro nel tempo, notiamo che già per la Pasqua del 1928 era stata invitata la Scuola Regina Elena e, in seguito, parteciperà anche alle celebrazioni l’adiacente Scuola Elementare Statale Cesare Battisti.

1945 – 1960

Il “fraterno aiuto cristiano”

li periodo di cui stiamo trattando è solo un concentrato di attività di ricostruzione. In questi quindici anni si assiste anche a una tumultuosa crescita demografica, economica e di incremento in ogni settore. L’opera salesiana, presente nel Borgo ormai da quarant’anni, segue attivamente tale sviluppo, che nasconde, però, aspetti insidiosi sul versante sociale. Sono ancore molte, malgrado la ri­costruzione e lo sviluppo in atto, le necessità materiali da soddisfare in molte famiglie. A titolo di esempio, riteniamo opportuno ricordare l’i­niziativa promossa dal già presen­tato FAC, acronimo di Fraterno Aiuto Cristiano, che dal gennaio 1955 attiva un sistema di soccorso alimentare per i bisognosi della parrocchia, in collaborazione con vari esercizi alimentari del Borgo: avevano aderito all’iniziativa ben 15 panetterie. In ognuno di questi negozi, infatti, si poteva tro­vare, in bella vista, un cestino riportante la dicitura: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Mamma che vai a fare la spesa e hai pane per i tuoi bam­bini, pensa… molti altri non l’hanno!».

Forse a molti parrà un poco retorico, ma, senza dubbio, dimostra l’attenzione e la sensibilità della parrocchia e del parroco di quegli anni, don Giuseppe Ferrere.

Intanto la parrocchia, pur così prova­ta dalla guerra, celebrava il trentennio di fondazione della sua chiesa, con l’inaugu­razione ufficiale dei grandiosi affreschi del Professor Giovanni Bevilacqua.

Tra le varie iniziative presentate in programma ne spicca una di particolare modernità: la conferenza con proiezioni luminose, tenuta da Achille Compagnoni, eroico scalatore del K2. Veniva così de­scritta dalla cronaca dell’epoca:

Le cerimonie per il trentennio sono culminate con l’annunciata conferenza del K2. Achille Com­pagnoni, che ha commentato, dopo aver rivolto alcune applau­dite parole al foltissimo pubblico, la proiezione di una serie di lastre fotografiche a colori, scattate durante la scalata della seconda vetta del mondo.

Il dinamismo dell’epoca coinvolge tutti i molti settori dell’oratorio. La Fi­lodrammatica, apprezzata in tutta la città di Torino, per esempio, il 19 e il 20 marzo 1955, sarà chiamata a esibirsi, per la prima volta, al di fuori dei confini nazionali, presso il Teatro della Casa d’Italia a Marsiglia e, in seguito, a Zurigo.